Cooperativismo Universale

11. Storia delle idee filosofiche e politiche precedenti al cooperativismo universale

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statue_Owen2.jpgRobert Owen (1771 - 1858) è considerato, a ragione, il fondatore del socialismo, del movimento cooperativistico e ha dato origine alla libertà di pensiero della classe operaia.

Verso i dieci anni fece questa riflessione: " La ragione mi insegnava che non avrei potuto avere neppure una delle mie qualità, che esse mi erano imposte dalla Natura; che la lingua, la religione, le abitudini, mi erano imposte dalla Società; ... Così, scorgendo l'errore della loro base, fui costretto ad abbandonare tutta la fede in ognuna delle religioni insegnate dall'uomo. Ma i miei sentimenti religiosi furono sostituiti immediatamente dallo spirito della carità universale: non per una setta o un partito, o per un paese o un colore, ma per il genere umano, e con un effettivo e ardente desiderio di fargli del bene."

Uomo d'ingegno e di eccezionale fascino, da garzone di bottega diventò un industriale che prosperò nonostante dirigesse l'azienda con metodi filantropici. Fondò a New Lanark, la prima industria con annesso villaggio per i lavoratori, scuole per i bambini, la prima scuola materna dell'Inghilterra, aprì un fondo per il sostentamento dei lavoratori ammalati, ridusse le ore lavorative ottenendo un successo negli affari che lo rese famoso in tutto il mondo.

Convinto che la miseria del popolo derivasse dalla concorrenza che il "macchinario morto" faceva al "macchinario vivente", si aspettava il rinnovamento sociale dalla distruzione delle macchine e dal ritorno alla vanga, e perciò istituì delle comunità agricole dove ognuno doveva lavorare per tutti e dove tutti i beni erano in comune.

" I mercati sono creati dalla richiesta della classe operaia, la quale dipende a sua volta dai salari; perciò, per dar incremento al mercato, non c'è altro da fare che aumentare i salari."

Auguste Comte (1798 - 1857) fondatore del Positivismo e della Sociologia di cui inventò anche il nome. Gli studi fatti alla Ecole Polytechnique lo convinsero che il metodo scientifico doveva essere applicato ai problemi sociali e realizzare così una organizzazione sociale e politica, che assicuri il perfezionamento spirituale degli uomini e la maggiore felicità possibile del genere umano.

stuart_mills_modGiovanni Stuart Mill ( Londra 1806 - 1873) e suo padre Giacomo, in contrapposizione con la credenza di Bentham che esclude la possibilità della virtù assolutamente disinteressata, credono che l'esperienza, invece, dimostra che noi siamo capaci di agire disinteressatamente. Essi dicono che originariamente non vi sono nell'uomo che tendenze egoistiche ed azioni corrispondenti. Ma accade che per fare il nostro interesse si sia costretti a fare l'interesse degli altri come mezzo necessario del nostro. Poi, la costante associazione tra il nostro interesse e quello degli altri, porta a desiderare il piacere altrui indipendentemente dal nostro e quindi ad agire, di fatto, disinteressatamente.

Mill assegna alla qualità del piacere una importanza preliminare (Epicuro) e considera, come principio immediato dell'azione umana un sentimento disinteressato, nato da un primitivo egoismo, per la constatata coincidenza della felicità e dell'utilità nostra con quella degli altri. Questo sentimento di solidarietà diverrà un giorno l'unica vera religione. Il vero utilitarista ricerca il bene degli altri con la stessa premura con cui ricerca il bene proprio. "Il precetto dell'amore di Gesù di Nazareth ha in sé lo spirito della morale utilitaria".

Continua a essere di gran importanza il suo contributo alla difesa della libertà individuale dall'interferenza dello stato e alla eguaglianza delle donne.

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