Cooperativismo Universale

10. C. Dizionario Politico (Da "Lavoro" a "Volontariato")

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Scandali: (dalla precedente stesura)

Cooperazione italiana: tra il 1979 e il 1992 sono stati stanziati 42milamiliardi di lire (21 miliardi di euro) per aiuti ai Paesi poveri. Tangenti, irregolarità nelle commesse, sprechi, progetti inutili, migliaia di miliardi dispensati non sulla base dei bisogni delle popolazioni cui gli aiuti erano destinati, ma distribuiti con la logica della lottizzazione, degli interessi dei partiti e delle priorità politiche della Farnesina.

Vediamo solo una lista parziale dei lavori fatti in Somalia al tempo del dittatore Siad Barre. (Il totale è di 1.600 miliardi di lire della Cooperazione e 193 milioni di dollari del Fondo rotativo): un complesso agrozootecnico ad Afgoi, 51 miliardi, appaltato alla Giza di Reggio Emilia, mai terminato; una conceria (17 miliardi Giza) affidata allo stilista Nicola Trussardi, mai entrata in produzione; un mattatoio a Mogadiscio ( 8 miliardi, Giza ) rivelatosi insufficiente; lo zuccherificio di Johar (4,5 miliardi, Techint), inutilizzato; due ospedali a Corioley (5 miliardi) e Alula (2 miliardi) mai usati; la strada fra Garoe e Bosaso, considerata del tutto inutile dalla Banca mondiale e dal Fmi, ultimata nel 1990 da quattro imprese italiane (Lodigiani, Astaldi, Cogefar, Moltedil) con un costo di 260 miliardi per 430 chilometri; i 120 camion destinati a trasportare viveri e finiti nell'esercito di Barre; i pescherecci (60 miliardi) e le quattro navi (64 miliardi) sparite nel nulla; i silos per lo stoccaggio delle eccedenze alimentari in vetroresina (8 miliardi, Calvin silos), squagliatisi al sole; la fabbrica di prodotti farmaceutici, finanziata due volte, che vendeva medicinali ad alto costo solo all'Italia; l'impianto di fertilizzanti (70 miliardi, Technipetrol) per 45 mila tonnellate di urea all'anno e mai entrato in funzione..

industry_8EFIM (controlla tra le altre la Oto Melara, l'Agusta, Breda, Avis, Sma, le Officine Galileo) Quando nel luglio del 1992 il ministro del Tesoro, Piero Barucci, chiamò il professore Alberto Prediera liquidare l'Efim, nessuno pensava che la situazione del disastrato e superlottizzato ente a partecipazione statale ( il cui ultimo presidente socialista Gaetano Mancini è stato arrestato per truffa e falso in bilancio ) fosse più nera di quanto l'avessero descritta sino allora i giornali. Se in vita l'Efim è costato migliaia di miliardi ai contribuenti italiani, una volta chiuso e posto in liquidazione si è rivelato un pozzo senza fondo. Sono ben 14.000 i miliardi che il Tesoro ha dovuto stanziare per fronteggiare la complessa e lunga liquidazione, pagare i fornitori e i creditori. Tutto questo senza neanche salvare tutti i dipendenti, infatti sono più di 2.500 gli esuberi del personale.

Penelope: è il costruttore di Ancona che per 15 anni aprì centinaia di cantieri senza mai finire un'opera, guadagnando miliardi con le revisioni prezzi. Esempio: per fare delle opere che l'Anas prevedeva di finire in 10 anni, con il costo di 70 miliardi, il costruttore finirà di incassare nel 2008 ben 862 miliardi. 2° esempio: a Macerata ha incassato 166 miliardi e costruito 5 km di superstrada.

SAFIM: (del gruppo Efim) Vicepresidente il figlio del Presidente della Repubblica Leone. Finanziava in leasing prodotti mai acquistati per poter così spartirsi il finanziamento tra cliente e dirigenti della società.

SIR Nel 1994 l'IMI ha pagato 980 miliardi agli eredi di Rovelli per la SIR. Parte dagli anni 60, quando Rovelli, dopo aver stretto rapporti con il dc Giulio Andreotti e con altri politici, costruì dal nulla un impero con prestiti agevolati dello Stato e banche pubbliche. Ma nel ‘78 la sua Sir fu travolta dai debiti, contratti in maggioranza con l'IMI. Partirono inchieste penali. Poi fu varata una legge speciale e nacque un Consorzio di salvataggio. Complessivamente, secondo l'IMI, l'intervento sulla Sir costò al sistema creditizio circa 4 mila miliardi di lire (pari oggi a circa 12 mila miliardi di lire). Ma Rovelli, con Andreotti alla Presidenza del Consiglio, riuscì a spuntare dal Consorzio delle condizioni apparse allora solo d'immagine. Nell ‘82, spariti i rischi penali, Rovelli fece causa all'IMI proprio in base a quegli impegni. Le prime polemiche ci furono quando l'Imi perse il giudizio presso la Corte d'appello di Roma, che era presieduta da Carlo Sammarco, un magistrato considerato molto vicino alla corrente andreottiana. In Cassazione un colpo di scena. Sparì una procura dall'incartamento presentato dall'Imi. Quell'inadempienza formale determinò la condanna dell'IMI al pagamento agli eredi di Rovelli che vivono in Svizzera.

Un piccolo elenco di scandali plurimiliardari: Banco Ambrosiano, Carceri d'oro, Lenzuola d'oro delle FFSS, Montedison, Ligresti, Parmalat ...

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