09. B. Dizionario Politico (Da "Dichiarazione Universale" a "Industriali italiani")
- Categoria: Il Manifesto
- Scritto da CoopUni
Dignità: a mio avviso è la condizione prima e più importante in cui debba trovarsi un individuo. Non è solo la libertà, come asserito da alcuni filosofi, ad essere il più importante bisogno dell'uomo. Libertà e dignità sono legate. L'una è sinonimo dell'altra. E' vero che non c'è dignità senza libertà, ma certamente non esiste libertà senza dignità. Ed è necessario avere dignità in tutti i rapporti umani, in tutti i luoghi, in tutti i tempi e in tutte le occasioni. Un uomo, per conservare sempre la sua dignità, deve essere libero e deve essere compartecipe e utile alla società a mezzo del suo lavoro, della sua arte o del suo studio.
Senza libertà non c'è dignità, ma senza dignità la libertà è inutile.
Disoccupati: la situazione è grave in tutta l'Europa, ma in Italia la disoccupazione, superando il 12%, cioè 2.983.000 persone , ha raggiunto un livello preoccupante. Non ti risulta che la disoccupazione sia al 12%? Già, le autorità ci dicono che nel 2010 la disoccupazione è arrivata al 8.6%.
Come è possibile? Facile, hanno cambiato i criteri di calcolo. In parole povere, hanno taroccato i dati. Come hanno fatto? Semplice, basta considerare nel conteggio solo le persone in ricerca "attiva" di lavoro, cioè quelle che sono iscritte agli uffici di collocamento pubblici, e non considerare tutti gli altri, cioè 1.208.000 che cercano "non attivamente" e 1.023.000 che "non cercano", ma sono disponibili a lavorare.
La disoccupazione (con i nuovi criteri di calcolo) è passata dal 5.7% del 2007 al 8.6% del dicembre 2010.
E' addirittura tragica la situazione nel mezzogiorno dove in molte regioni la disoccupazione supera il 20%. L'Italia purtroppo, oltre a condividere con altri paesi industrializzati questi livelli da record, detiene anche il primato dei lavoratori "scoraggiati". Sono tutte quelle persone, soprattutto donne, che, pure senza lavoro, ritengono inutile perfino tentare di trovare una occupazione, poiché sono convinte che non ci sia nessuna possibilità.
Pensate che sia solo un periodo di transizione? Vi ricordo le ultime previsioni: in Europa, in un futuro prossimo, solamente il 50% della forza lavoro avrà un'occupazione a tempo pieno, il 30% sarà sottoccupato e il restante 20% disoccupato. Ancora pensate che convenga aspettare e vedere quello che succede?
Da anni gira in Italia una favola a cui sembra siano in molti a crederci: "Abbiamo bisogno di Albanesi, Filippini. Marocchini, Senegalesi, Tunisini perché gli Italiani non si abbassano a fare i lavori umili". Hanno il coraggio di propinarci questa barzelletta anche dopo aver scoperto in varie parti d'Italia lo sfruttamento di donne e bambini a due o tre euro al giorno. Due o tre euro al giorno. (L'ho ripetuto perché non pensiate a un errore di stampa).
Forse è vero che gli Italiani non se la sentono di lavorare da schiavi per un paio di mesi, in nero, a raccogliere pomodori a cottimo, a dormire in una stalla, senza servizi, senza acqua, senza niente di niente, ma è anche vero che i "caporali" non li assumerebbero mai per paura di denunce. Un Marocchino o un Tunisino a cui è stato tolto per precauzione il passaporto è più affidabile da questo punto di vista.
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