11. Storia delle idee filosofiche e politiche precedenti al cooperativismo universale
- Categoria: Il Manifesto
- Scritto da CoopUni
Platone ( Atene 428 - 347 a.C.). Lo Stato deve essere costituito da tre classi: reggitori, guerrieri e artigiani. L'individuo che si riveli degno, viene elevato a una classe superiore a quello in cui si trova. Perché reggitori e guerrieri possano veramente e completamente dedicarsi alla cura dello Stato, non debbono essere distratti da altri interessi e da altri affetti. Da ciò la necessità che guerrieri e reggitori non abbiano proprietà private e non si costituiscano una famiglia. Quindi i beni, sempre limitatamente alle prime due classi, dovranno essere in comune, in comune le donne e l'educazione dei fanciulli dovrà essere affidato allo Stato. L'unico loro interesse è la felicità di tutti i cittadini.
Aristotele ( Stagira 384 - 322 a.C. Calcide ). Respinge la teoria comunistica di Platone e osserva che, tolta la proprietà privata e la famiglia vengono con ciò tolti i due motivi principali che spingono l'uomo all'azione. Quando, egli dice, la proprietà è collettiva, nessuno si occupa con amore di essa, e quando i fanciulli appartengono a tutti i cittadini, nessun cittadino se ne curerà veramente.
Tommaso Moro ( 1479 - 1535 ). Sostiene la tesi dello Stato moderno (comunismo, indifferenza religiosa, predominio delle forze laiche), fondendo elementi della società medievale con il comunismo platonico. Il suo nome rimane legato essenzialmente all'opera "Utopia" ( Luogo che non c'è.) Alcune frasi da questo libro: ... chi è più propenso a scatenare una rivoluzione se non chi è scontento della sua condizione? Chi è più tentato dall'idea di trarre vantaggio dal sovvertimento dell'ordine esistente se non chi non ha niente da perdere? ... io non vedo come possa esserci prosperità e giustizia finché dura la proprietà privata e tutto è valutato in funzione del denaro. ...
Tommaso Campanella (1568 - 1639 ) Nella Città del sole lo Stato deve essere governato da Potenza - Sapienza e Amore. Perché si realizzi la potenza ogni cittadino deve esercitare la funzione o il mestiere che più si confà alla sua natura: perché si realizzi la sapienza tutti i cittadini senza differenza di classe, debbono essere istruiti a cura dello Stato; perché si realizzi l'amore, tutti i beni devono essere in comune, in comune le donne e quindi niente proprietà privata e niente famiglia (comunismo). Il lavoro è un dovere per tutti, e deve essere retribuito secondo il merito e secondo il bisogno. "Sono in Napoli oggi settantamila uomini: di essi soltanto dieci-quindicimila lavorano e costoro vivono schiacciati sotto il peso di una fatica quotidiana eccessiva, e periscono: mentre tutti gli altri si concedono all'ozio e degenerano nella stupidità, nell'avarizia, nelle malattie, nella voluttà e nella brama dei piaceri. Ma, nella Città del sole, dove funzioni, arti, mestieri e occupazioni vengono equamente ripartiti fra tutti gli uomini, ognuno può lavorare quattro sole ore al giorno; egli può approfittare del tempo che gli resta per procurarsi, nel modo che gli è più congeniale, sagge cognizioni, per discutere, leggere, discorrere, scrivere o dedicarsi a liberi esercizi dello spirito e del corpo".
Gian Giacomo Rousseau (Ginevra 1712 - 1778). Il discorso sulle origini della disuguaglianza. Allo stato di natura tutti gli uomini sono liberi e uguali, ma perdono libertà e uguaglianza quando passano allo stato sociale. Questo passaggio è determinato dalla istituzione della proprietà privata, la quale, distinguendo gli uomini in ricchi e poveri, mette in condizione i poveri di non potere fare più a meno dei ricchi... Alcuni aforismi: "Il primo uomo che, avendo cintato un pezzo di terra, si credette in diritto di dire: Questo è mio" e trovò della gente abbastanza ingenua da credergli, fu il vero fondatore della società civile". "L'uomo è nato libero, e dovunque è in catene. Qualcuno si crede padrone degli altri, ma non cessa più schiavo di loro".
Dionigi Diderot di Langres (1713 - 1784) La società è basata su leggi e istituzioni assurde. Il genere umano gli appare come l'infelice curvo sotto il giogo impostogli dai furfanti: ci mette in guardia da coloro che vogliono introdurre l'ordine: ordinare vuol dire erigersi a signore degli altri uomini, ponendo ostacoli sulla loro strada.